Il colore del cielo
Quasi un anno fa, dopo essere uscito dal tunnel delle dediche e spedizioni del terzo volume di Radici, pensavo fosse giunto il momento di iniziare a scrivere la prossima storia lunga. Poi è arrivato il COVID-19 e ha mandato all'aria qualsiasi progetto.
Non solo, come una sorta di lente di ingrandimento particolarmente sadica o perversa, il coronavirus ha evidenziato, e continua a evidenziare anche in questi giorni, le ingiustizie che stanno alla base della nostra società e del nostro modello economico; tutte quelle disuguaglianze e storture che ormai conosciamo bene ma facciamo finta di non vedere, nonostante gli ammirevoli sforzi di movimenti come Extinction Rebellion o Black Lives Matter, giusto per citarne un paio.
Durante il lockdown ho dovuto fare delle rinunce, certo, e forse altre ne dovrò fare nei prossimi mesi. Ma ero, e sono, in una casa confortevole, al caldo, con del cibo, con un lavoro, con un'assistenza sanitaria e spesso mi sono chiesto come fosse possibile non rendersi conto di trovarsi in una posizione di privilegio.
Da questo pensiero nasce la storia che state per leggere.